Sala 29 - Europa e Italia verso la Grande guerra |
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Verso la conclusione del percorso, in questa sala torna a prevalere la dimensione europea. Il colore grigio alle pareti richiama la sensazione di incertezza del futuro con l’imminenza della prima guerra mondiale, e la consapevolezza già tra i contemporanei della fine di un’epoca. La guerra italo-turca del 1911-1912 accelerò la crisi dell’impero ottomano, la cui dissoluzione acutizzò le tensioni fra le potenze europee e il risveglio dei nazionalismi balcanici. Bastò poi una scintilla per scatenare una guerra senza precedenti.
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Sezione 1. Crisi europea e guerra di Libia |
La sala conclude il percorso cronologico del Museo. Nella sezione 1 sono illustrati il precipitare della crisi europea tra i conflitti balcanici e la conquista italiana della Libia; e alcuni aspetti istituzionali italiani, a cominciare dalla figura del nuovo sovrano Vittorio Emanuele III, non a caso nella semplice uniforme grigioverde di re soldato. Pure in questa sala non viene meno la funzione assegnata alla pittura di storia, rappresentata da Eroli, Omegna, Cenni. La scultura offre invece opere di Calandra, Alloati, Balzardi, Ceragioli, Rubino. |
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Sezione 2. Verso il conflitto mondiale |
I contemporanei erano consapevoli dell’approssimarsi di un evento che avrebbe portato con sé cambiamenti inimmaginabili. |
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Sezione 3. Uniformi, armi, trincee, attrezzature |
Questa sezione ha un duplice obiettivo: illustrare al visitatore la continuità-discontinuità con
l’età precedente della prima guerra di massa della storia; e offrire una rappresentazione dei
molti eserciti in campo. Le divise esposte evidenziano la discontinuità con quelle eleganti del
secondo Ottocento della sala 27 e ancora del primo decennio del Novecento in questa stessa
sala. Era ormai indispensabile una trasformazione funzionale alle esigenze di mimetizzazione e
a una guerra massificata e di trincea. La trincea diviene così uno dei simboli della nuova guerra. Nella selezione delle armi si intende richiamare
l’attenzione sul contrasto tra permanenze antiche
e nuove tecnologie. Per il primo aspetto sono
esposte ancora sciabole, ora però brunite, un
revolver finemente lavorato, una corazza metallica
protettiva, delle mazze ferrate. Il secondo aspetto
è invece evidenziato dai nuovi strumenti di morte,
caschi da pilota e bombe da aereo, maschere antigas,
mitragliatrici a tiro rapido, lanciabombe multipli.
La massificazione è ben visibile pure nell’uso fatto
da molti eserciti dello stesso modello di elmetto
Adrian, a fianco del quale è collocato, per voluto
contrasto, un elegante colbacco italiano da ufficiale
di cavalleria, adottato sin dal 1871. |
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Sezione 4. Fine di un’epoca. Abnegazione e orrori della guerra |
Non sono illustrate le vicende del conflitto, ma soltanto due aspetti generali: l’abnegazione e l’eroismo di tanti combattenti anonimi, e l’orrore per il nuovo tipo di guerra tra militari e civili. |
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Sezione 5. Il Risorgimento in giochi del Novecento |
Non rientra nell’ambito del Museo illustrare i continui riferimenti fatti nel corso del XX secolo al Risorgimento come momento fondante dello stato italiano. A tali echi rinvia qualche immagine all’uscita della sala, con alcuni giochi per ragazzi che ancora una volta univano la pedagogia patriottica alla propaganda contingente. |
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