Sala 22 - Italia: Triennio 1859-1861: spedizione dei Mille 1860

Bersagliere
 

In un ambiente dominato dal colore verde che evoca le origini cospirative di tanti partecipanti, Garibaldi a cavallo simboleggia il mito del condottiero e ricorda l’enorme popolarità dell’impresa dei Mille. La spedizione, con la ripresa dell’iniziativa popolare dei democratici, è illustrata dal momento dell’imbarco a Quarto, continua con il viaggio e la campagna in Sicilia e con la rapidissima risalita nella parte continentale del regno fino a Napoli. Si conclude con l’incontro di Teano e il successivo ritiro volontario dell’eroe a Caprera.

 

Sezione 1. Giuseppe Garibaldi eroe dei due mondi

Garibaldi fu un grande condottiero, un trascinatore di folle, una figura centrale nella democrazia europea ottocentesca ma fu anche uno straordinario personaggio mediatico, un mito mondiale davvero popolare. Dall’assedio di Montevideo nel 1843, l’opinione pubblica aveva cominciato a conoscere questa figura di esule perseguitato in patria, liberatore di altri popoli. L’eroica difesa della Repubblica Romana, a cui si aggiunsero l’epica fuga e la morte di Anita dilatarono il suo mito. La partecipazione alla guerra del 1859 in divisa sabauda e il distacco da Mazzini attenuarono il carattere repubblicano e rivoluzionario della sua figura. Era divenuto l’eroe fedele alla monarchia, modello per tutti i soldati della libertà italiana. E per i ceti popolari era assurto a icona di redenzione politica. Fu con questo mito già costruito alle spalle che Garibaldi entrò nell’impresa più spettacolare, la spedizione dei Mille. Giuseppe Garibaldi
 

Sezione 2. La spedizione e la campagna in Sicilia 5 maggio - 18 agosto 1860

Il volontariato nel Risorgimento italiano rappresentò l’altra anima dell’unificazione, quella popolare e democratica accanto alla componente moderata, diplomatica, militare e dinastica. Fu l’espressione spontanea di un senso di appartenenza nazionale e di una fede politica strettamente legate all’idea di giovinezza come il ragazzo in camicia rossa dipinto da Induno nel 1862, qui presentato. La pittura di storia, spesso di pittori soldati, è di nuovo presente in questa sala, accanto ai bozzetti originali di alcuni monumenti dedicati all’eroe dei due mondi. La selezione di litografie e fotografie illustra poi la produzione internazionale dedicata all’epopea garibaldina, dal momento che la spettacolarità dell’impresa catalizzò l’entusiasmo dell’opinione pubblica, scatenando una mobilitazione straordinaria. Il volontariato
 

Sezione 3. La spedizione sul continente. Napoli, Teano, Caprera 18 agosto - 9 novembre 1860

Il passaggio dei garibaldini dalla Sicilia sul continente era necessario per completare l’operazione nel regno borbonico, ma anche, nelle intenzioni, per proseguire verso lo Stato della Chiesa. Nella notte tra il 18 e il 19 agosto Garibaldi passò lo stretto e il 7 settembre giunse a Napoli. Nella prima e unica battaglia campale dell’impresa dei Mille, detta del Volturno, l’1-2 ottobre, Garibaldi fu vittorioso di stretta misura. L’incontro presso Teano il 26 ottobre con Vittorio Emanuele suggellò la fine dell’impresa. Il ritiro di Garibaldi a Caprera apparve una specie di esilio volontario che enfatizzava l’offensivo trattamento riservatogli dal governo sabaudo. L’uscita di scena di Garibaldi nei mesi conclusivi dell’unificazione fu però anche la rinuncia al potere conquistato sul campo e lasciò un vuoto politico tra i democratici, già sconfitti dalla conclusione moderata dell’unificazione. Guerra alleati e dei nemici austriaci
 

Sezione 4. I cimeli di un’epopea popolare

Sono esposti cimeli personali di Garibaldi e dei volontari, atti di governo, manifesti, fotografie d’epoca. l’alta società parigina l’alta società parigina
 

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